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Stop alla pubblicità occulta sui social, l’antitrust bastona gli influencer

L’Antritust interviene nella regolamentazione dei confini tra pubblicità e contenuti, per influencer ed aziende

AGCM, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dà nuove disposizioni in merito all’influencer marketing, richiedendo trasparenza e di rendere i contenuti pubblicitari pubblicati riconoscibili in modo chiaro ed univoco secondo alcune semplici linea guida. I contenuti diffusi attraverso i social da influencer che si apprestano a promuovere un brand devono inserire nei loro post gli hashtag: #pubblicità#sponsorizzato#advertising#inserzioneapagamento. Inoltre se il brand fornisce gratuitamente all’influencer i prodotti che deve sponsorizzare, si deve inserire anche la dicitura #prodottofornitoda seguito dal nome del marchio.

Cos’è l’Influencer Marketing?

Gli spot pubblicitari da uno a molti della cosiddetta tv generalista sono ormai sempre più lontani e il mercato della comunicazione e della pubblicità si evolve, divenendo sempre più social, e cerca di catturare l’attenzione degli utenti che diventano sempre più prosumer all’interno di un mercato conversazionale. E così aumentano a dismisura l’user generated content, ovvero i contenuti pubblicati dagli utenti. Questo è stato l’humus per la diffusione dell’influencer marketing che consiste nel pubblicare e condividere su blog, vlog e social media (Facebook, Instagram, Twitter, YouTube, Snapchat), foto, video e commenti da parte di blogger ed influencer, ormai punti di riferimento del mondo online.

E gli Influencer?

Gli influencer sono coloro che esercitano un certo “fascino” ed hanno un certo “potere” su un numero più o meno elevato di follower. Ma ci sono anche coloro che se sebbene non abbiano un seguito vastissimo, sono in grado di registrare  un elevato potere di engagement e di conversione, i cosiddetti micro-influencer a cui sempre più aziende si rivolgono per promuovere i loro prodotti e servizi.

Il provvedimento dell’AGCM

L’AGCM in collaborazione con il Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, ha anche inviato ad influencer ed aziende, lettere di moral suasion, ricordando la finalità promozionale dei post deve essere ben riconoscibile dagli utenti per cercare di combattere la pubblicità occulta in particolar modo veicolata attraverso i social e i blog, sulla scia delle indicazioni da seguire negli Stati Uniti fornite dalla Federal Trade Commission: gli hashatag dedicati.

Ma chi ha ricevuto le lettere dall’Authority?

Le principali celebrità che hanno ricevuto le nuove disposizioni  sono: Chiara Ferragni che ha 10 milioni di follower su Instragram e 26.069 su Facebook, Fedez con 4 milioni e 2.338.935 follower rispettivamente su Instagram e sulla pagina Facebook, BelenRodriguez con 6 milioni di fan su Instagram e 4.912.312 per la pagina Facebook , Anna Tatangelo con 944 k follower su Instagram e 1.335.815 fan su Facebook, ed Alessia Marcuzzi che su Instagram vanta 2,9 milioni di follower e  1.611.566 fan su Facebook. Mentre tra i brand ci sono AdidasAlberta Ferretti e Louis Vuitton.

Ed intanto Chiara Ferragni e Belen Rodriguez hanno già iniziato ad utilizzare le indicazioni dell’AGCM nei loro ultimi post su Instagram.

Fonte: Instagram Chiara Ferragni

Fonte: Instagram Belen Rodriguez

 La pubblicità occulta sui social: le prime linee guida

La trasparenza di contenuti pubblicati sui social media di natura promozionale urge per il dilagare del fenomeno dell’influencer marketing che si sta radicando sempre più in quanto gli influencer ed i micro influencer soprattutto, riescono a creare un rapporto di fiducia con i propri follower e spesso le foto possono trarre in inganno in quanto sembrano ritrarre la propria quotidianità, non utilizzando tecniche fotografiche ricercate, lontani da set fotografici, da marchi ben in vista e senza far riferimento ad essi.

Per il momento un primo passo è stato fatto dall’Antitrust, da Igersitalia che ha lanciato il Codice Etico per i Digital Content Creator e precedentemente nel 2005 un provvedimento emanava il Codice del Consumo per la tutela del consumatore, ma manca ancora un quadro normativo. D’altronde il product placement avviene anche nei film, nelle fiction, negli show, rendendo palesemente visibili i marchi. Il dibattito resta ancora aperto.

Giovanna Di Troia, www.newsandcoffee.it

Strategia web e social video per professionisti: come trasformare amici e followers in clienti

Serve a tecnici, professionisti, esperti del proprio settore, stare sul web? E come? Come caratterizzare la propria presenza (professionale) sui canali social? Come strutturare il proprio sito internet?

Oggi fare del web una fonte di affari e di opportunità lavorative e professionali non è affatto semplice, soprattutto per i professionisti, neppure per i tanti che pure hanno maturato una significativa esperienza e che quindi, nei rispettivi ambiti di operatività, hanno conquistato un nome ed una posizione di prestigio, divenendo punti di riferimento. Occorre una strategia ben strutturata, organica, che tocchi, sfrutti e “monetizzi” i vari canali. Un vero e proprio piano di web marketing insomma.

Fin qui nulla di nuovo o di strano.

Ma cosa e come un esperto, un ottimo professionista, un tecnico qualificato, potrebbe e dovrebbe comunicare on line?

Partiamo dal cosa: semplicemente quello che sa fare e come lo sa fare, tramutando però tutto questo in un servizio per follower, amici, seguaci, internauti in genere. Pare semplice, eppure è esattamente così.

Occorre partire dal presupposto che nessuno frequenta i canali social per acquistare prodotti e servizi: giova quindi davvero a poco sciorinare successi professionali conseguiti, magari con tanto di dettagli tecnici e specialistici. Non li leggerebbe nessuno. O comunque, in ogni caso, non sortirebbe effetto alcuno, almeno in termini di “monetizzazione”.

I canali “social” si chiamano così perché sono luoghi di socialità, svago, di cazzeggio, al più di informazione  sommaria. Ed è questo che tocca garantire anche a chi si imbatte nell’informazione del tecnico o del professionista. Nulla di più.

Mortificante? Svilente? Affatto, se si costruisce per bene la propria strategia di presenza on line (e qui veniamo al “come”).

L’abilità sta innanzitutto nel fornire – con costanza, sistematicità, efficienza – un servizio a chi segue: consigli, indicazioni, suggerimenti, casi pratici. Informazioni insomma che con la loro utilità pratica e quotidiana “attivino” un canale di fidelizzazioni dei followers. E’ importante perché poi, nel momento del bisogno, affiori quasi spontanea l’idea del “contatto” – diretto e fisico – per risolvere un problema che necessita appunto dello specialista.

Una strategia quasi subliminale, insomma, che se ben congegnata, strutturata ed attuata, può ritenersi ad “efficacia garantita”.

Il video – strumento principe di comunicazione immediata e diretta – si presta in maniera ottimale a qualsivoglia strategia del professionista. Mostra, fa vedere e toccare con mano, mette davvero in contatto, crea un rapporto quasi fisico tra chi parla e chi ascolta. Senza trascurare che è importante che il cliente “veda”, memorizzi il volto e i tratti somatici (sempre per la strategia “subliminale” di cui sopra”). E allora video al centro della strategia: molto più di qualsivoglia pubblicazione testuale, di qualsiasi scritto.

Ulteriore enorme opportunità: i contenuti “short”, leggeri della propria strategia web possono rinviare anche a video più strutturati e articolati che addirittura potrebbero configurare un’offerta di formazione specialistica tematica, con ulteriori opportunità di “monetizzazione” per il professionista.

Il campo, insomma, è sconfinato: tocca solo percorrerlo con accanto i professionisti giusti, perché la qualità paga sempre.

Contattaci per indicazioni e suggerimenti personalizzati e, soprattutto, per un preventivo gratuito. Scoprirai come, tutto questo, non solo sia estremamente efficace e remunerativo. Ma finanche divertente.

I social non sono strumenti “low cost”, le aziende devono investire

“I social media sono spesso visti come strumento low cost per poter fare delle attività, in realtà non è più così. Le aziende che adesso si affacciano sui social devono prendere in considerazione che oltre a fare un video, avere un piano editoriale, devono anche mettere dell’advertising, della pubblicità, quindi del budget, per poter far vedere i propri contenuti”.

E’ il consiglio di Andrea Albanese, social media marketing manager-digital communication advisor, uno dei massimi esperti del settore, alle imprese che vogliono acquisire visibilità e contatti sui social media, e, in genere, che vogliono puntare sul digitale.

Per Albanese (che è stato uno dei protagonisti della Social media marketing day Italia di Milano) “non c’è ombra di dubbio” che le aziende “devono sapere chi è il proprio target, fare un’analisi della tipologia dei clienti potenziali e poi sostanzialmente fare una strategia di marketing e di comunicazione”.

Occorre insomma uno studio articolato ed una pianificazione accorta per la presenza social, lasciando il meno possibile all’improvvisazione. E in quanto agli investimenti, è evidente che non solo la visibilità ha un costo, ma la stessa targetizzazione impone un ricorso a professionalità preparate.

“Definire un piano strategico prima di avviare la presenza social- spiega Marianna Costanza, social media manager della IPSE – è assolutamente fondamentale per minimizzare gli sforzi e massimizzarne l’impatto. Solo veri e seri professionisti possono individuare i canali più idonei agli obiettivi da perseguire e il linguaggio da utilizzare. Nella fase operativa, oltre alla ovvia cura dei contenuti, è importante anche targettizzare l’informazione affinché il messaggio venga visto non solo nelle aree territoriali strategiche individuate con l’azienda, ma anche da un pubblico che possa davvero rappresentare il proprio target di potenziali consumatori/clienti”.