La politica italiana on line. Scadente, inefficace e non “dialoga”

Il web è ormai un elemento imprescindibile della comunicazione politica 2.0: interattiva, veloce e diretta, sempre più “social”, multidirezionale.
Internet aiuta a creare luoghi virtuali di confronto, raggiungibili da chiunque, ovunque si trovi, e con qualunque device (soprattutto mobile) navighi in rete. è quindi sempre più on line che si costruisce a limenta il consenso tra candidatopolitica ed elettorato, si stimola la partecipazione e la condivisione di idee e progetti (gli utenti connessi ad internet in Italia, sono 39.440 milioni. Fonte: Audiweb).

Di quali strumenti può avvalersi la comunicazione politica on line? Tanti: SMS, e-mail, social network, video, blog, che, se utilizzati in maniera sinergica nell’ottica del dialogo e del confronto (non della mera autocelebrazione), possono raggiungere e influenzare larghe fasce dell’elettorato, superiore anche alle più ottimistiche aspettative.

Per quanto si parli di una realtà che presenta molti elementi di diversità, giova il confronto con gli Stati Uniti: nel 2008 Barack Obama costruì la sua vittoria proprio alla scelta innovativa e coraggiosa di affiancare ai mezzi tradizionali una incisivia attività politica online. Con quale risultato, è scritto tutto nei numeri: 13 milioni di indirizzi e-mail raccolti (il più grande database mai realizzato), 15 milioni di amici su Facebook , 1 miliardo di minuti di video girati dai sostenitori. Tradotto tutto in soldoni significa 500 milioni su 700 raccolti proprio tramite internet.

Una strategia che ha addirittura condizionato chi opera stabilmente on line e rappresenta un punto di riferimento nelle pianificazioni strategiche: in occasione delle elezioni 2012 YouTube decise di dedicato un canale all’intero avvenimento: Politics, su cui si possono uploadare tutti i video inerenti le campagne politiche di ogni singolo candidato e riceverne gli aggiornamenti. Il canale offre anche un servizio di analisi statistica per verificare e analizzare l’apprezzamento di ogni video caricato.

Una strada in qualche modo tentata anche in Italia (ma molto in scala ed maniera estremamente meno innovativa) con Elezioni.it: un portale dalla grafica più che sobria, che aggrega i profili social dei politici italiani e mira a diventare la piazza virtuale per il dibattito politico (ma l’obiettivo è, eufemisticamente, ancora lontano da raggiungere).

Lontano dal modello USA è anche l’utilizzo dei canali social della nostra classe politica: un’analisi di Sara Bentivegna, docente e studiosa di sociologia dei media alla Sapienza di Roma, ha messo in luce che solo il 55% dei parlamentari italiani è presente sul web.

Quanto alla “struttura” e alla “configurazione” della presenza politica italiana on line, Facebook è il canale social più diffuso (35,6%), seguito dal sito internet (21,1%), dal blog (14,6%), dal canale Youtube (13,3%) e da Twitter (9,7%). Canale, quest’ultimo, in costante incremento negli ultimi mesi.

Ma come i politici italiani utilizzano e sfruttano questa presenza on line? In maniera alquanto discutibile. I social, più che come opportunità di dialogo, vengono utilizzato come “vetrina di presentazione”, una via ulteriore per divulgare i propri comunicati stampa. Un parlamentare su quattro non ha mai postato nulla sulla propria bacheca, tre su dieci non ha mai ricevuto commenti e il 60% – quando questi sono arrivati – non si è curato di pubblicare una risposta.

Insomma, i nostri politici hanno ancora tanta strada da percorrere on line. E sono ben lontani dal comprendere che, per raggiungere l’obiettivo di creare consenso e condivisione tramite il web, è decisamente meglio affidarsi ad esperti e professionisti che all’improvvisazione.

La IPSE mette a disposizione la propria esperienza per “costruire” progetti di comunicazione politica online che integrano tutti i più importanti strumenti del web marketing, dal sito ai canali social.

Per informazioni e contatti: info@ipseonline.it, tel. 089 9850096

Video strategy, c’è anche LinkedIn

Anche LinkedIn, dopo Facebook, Twitter e Google +, guarda al video come un mezzo per potenziare la rete di contatti a sostegno della comunicazione aziendale on line. Per creare un maggior coinvolgimento e per aumentare il traffico sulla piattaforma, anche LinkedIn ha scelto di utilizzare l’elemento ad oggi più coinvolgente per eccellenza: il video.

Anche LinkedIn punta sul videoAl momento si trovano on line già svariati esempi di “question time video” di brevissima durata (30 secondi) durante i quali si risponde a determinati topic sugli influencer sollevati dagli utenti.
Ma non è che una sperimentazione: LinkedIn, infatti, sta pensando in grande e sta elaborando una vera e propria strategia video che consenta a tutti gli utenti di registrare dei video da postare liberamente sul proprio profilo.

Attualmente è stata messa a disposizione solo per alcuni influencer in modo da testare quanto engagement può raggiungere un contenuto video postato da un utente seguito da moltissime persone. I profili che possono godere di questa novità sono circa 500 e hanno un alto numero di connessioni, una costante produzione e condivisione di contenuti, un elevato grado di seniority in aziende di spessore.

A questo link potete vedere LinkedIn Record, l’app dedicata a questo scopo e disponibile per ora solo su dispositivi Apple.
https://itunes.apple.com/us/app/linkedin-record/id1112944422?mt=8

Il video è quindi sempre più fondamentale per la comunicazione on line: anche per questo, non può essere prodotto e strutturato con superficialità, approssimazione o senza le specifiche competenze che richiede la comunicazione on line.

Per informazioni e approfondimenti info@ipseonline.it, tel. 0899850096

Uno, cento, mille video aziendali

Non esiste il video adatto ad ogni uso: è bene chiarirlo subito. Certo per “economizzare” lo si può fare. Ma non esiste strategia più errata: come se comprassi un’auto e pretendessi di usarla per il gran premio di F1, per girare in città e nel contempo anche per trasportarci merci e bestiame. Nulla lo vieta: ma tocca mettere in conto “risultati” e “conseguenze”.

Ogni video deve essere strutturato e prodotto in funzione dell’uso e del target cui è destinato: sono diversi i “linguaggi”. Non solo nel senso letterale del termine, ma anche di produzione (tecniche di ripresa) e postproduzione (montaggio, speakeraggio, sonorizzazioni, effetti)

Il video corporate, quello che nasce per scopi promozionali, ha lo scopo di istruire, educare o sensibilizzare i propri clienti o il personale. Può contenere dati, grafiche e statistiche, e deve mantenere viva l’attenzione dell’utente anche quando gli argomenti trattati sono “ostici”, difficili da comprendere.

2690-FX-6-0-0-0-7-1I filmati aziendali di carattere istituzionale, emozionale o industriale, invece, sono prodotti quasi esclusivamente con riprese video, senza fronzoli e animazioni grafiche, in quanto il loro scopo è mostrare gli spazi dell’azienda, le attività, le peculiarità dei prodotti e dei processi produttivi.

I “social video”, che si stanno imponendo a ritmi esponenziali, sono filmati strutturati con un linguaggio semplice, immediato e diretto, per arrivare subito allo scopo e al cuore del messaggio. Sono video brevi, che puntano dritto al cuore del messaggio e alle emozioni, nel tentativo di realizzare quella “condivisione” virale che è l’anima della comunicazione social. Sui social fronzoli e prolissità – in senso linguistico ma anche tecnico-produttivo, stancano, sfiancano scoraggiano e allontanano l’utente.

Il team della IPSE è formato da professionisti capaci di seguire tutte le fasi della produzione di un video video. Per ogni progetto viene eseguito un accurato e attento piano di lavoro, che parte dall’analisi del settore e del target di riferimento, la scelta della tecnica, fino alla creazione del filmato finale.

Un filmato per ogni utilizzo: senza “promiscuità” e senza infruttuose (anzi, il più delle volte, dannose) forzature.

Siamo in grado di gestire qualsiasi tipologia di lavoro video in tutte le sue fasi, senza costi di noleggio o ricorso ad operatori esterni, e disponiamo di tutte le attrezature necessarie per realizzare filmati di altissima qualità. Per ogni uso.

I prezzi variano a seconda della tecnica e della durata: solitamente proponiamo tre fasce di costo, a seconda dello stile scelto per la creazione del progetto.

Sui social, puntiamo al massimo del contenimento dei costi, perché la comunicazione istituzionale attraverso “social video” possa essere effettuata dall’azienda con costanza e sistematicità, nel quadro di un piano di web marketing ben strutturato e congegnato.

Prima della prossima fiera o del prossimo evento, o prima di definire un piano di social marketing per rafforzare la presenza e la visibilità social della tua azienda, contattaci per un preventivo gratuito o per ottenere maggiori informazioni.

Studieremo per te (e con te) la soluzione più adatta e ti presentermo le infinite possiblità dei video aziendali e dei social video in particolare. Te ne innamorerai: garantito (ancor di più quando vedrai i risultati).

Ciak, si gira il futuro del web marketing. Ma non è il solito video…

Il video sarà sempre più al centro delle strategie di marketing on line. Già oggi il 72% utilizza i video come veicolo di comunicazione diretta sui canali social. Vedremo sempre più web-video, social-video intorno ai quali ruota la strategia di comunicazione on-line.

Ma occhio all’improvvisazione (per quanto oggi possa essere economico e semplice realizzare video). Un video “social” – destinato cioè ai social network – è un video che deve parlare il linguaggio degli utenti del social. E deve farlo con i tempi di chi naviga (e oggi sempre più chi si muove sui social network lo fa rapidamente, per riempire tempi morti della giornata).

Produzioni video

IPSE: produzioni video qualificate e specialistiche per il web e i canali social

YouTube, Instagram, Vine hanno deciso di dedicare grossi investimenti di energie e denaro per sviluppare piattaforme sempre più friendly per gli utenti video. Non sorprende: l’84% di chi naviga guarda video online in streaming, soprattutto musicali e di notizie, e lo fa per più di mezzora al giorno (dati di Internet Media).

In futuro la visualizzazione dei video raggiungerà picchi mai visti, per cui tocca attrezzarsi e capire come realizzare video virali per campagne di social media marketing.

Ma è importante non improvvisare: un video “social” è un video totalmente diverso da un qualsiasi altro video destinato ad altre finalità. Deve strutturalmente parlare il linguaggio dei social, seguire i tempi dei social e, soprattutto, deve suggestionare, emozionare in pochi secondi per essere davvero “condivisibile”.

Nulla di più sbagliato, quindi, dell’improvvisazione.

Per informazioni e preventivi su web-tv, web e social video, contattateci: info@ipseonline.it; 089 9850096

Agenzie immobiliari, le strategie di web marketing della IPSE

Segnali di ripresa dal mercato immobiliare: domanda in aumento e prezzi stabili. Dati sicuramente confortanti, quelli registrati nel primo semestre di quest’anno, che impongono alle agenzie immobiliari nuove e più efficaci strategie di marketing e comunicazione per “cavalcare” la ripresa e consolidare il trend positivo.

Come però le agenzie possono approfittare – di più e meglio – dell’onda della risalita? Di certo non puntando sugli usuali mezzi di comunicazione né tantomeno rapportandosi con la clientela solo con i sistemi “tradizionali”, in molti casi davvero obsoleti.

Nei tempi dell’interazione, dell’interattività e della multimedialità, ci vuole di più.

Dati e numeri parlano chiaro: oggi la ricerca di un immobile avviene sempre più in internet, è sempre più il web a orientare le scelte del cliente e le persone chiedono sempre più alle agenzie una dimensione “umana”, una vicinanza reale alle loro esigenze, un dialogo e una “relazione” che si sostanzi in messaggi individuali e personali. Nulla che possa essere soddisfatto e canalizzato attraverso canali e strategie tradizionali.

Le agenzie devono sempre più interfacciarsi con la clientela – reale e potenziale – fornendo non solo un servizio efficiente e qualificato di informazione sugli immobili disponibili, ma anche un supporto tecnico, legale, burocratico, amministrativo. Un aiuto “pratico”, insomma, con indicazioni e consigli in un momento di grande importanza e delicatezza quale quello dell’acquisto (o della vendita) di una casa.

L’usuale volantino che il più delle volte finisce cestinato, o la semplice presenza on-line non basta più: occorre un sito aggiornato in tempo reale, responsive, (sempre più frequente è l’accesso da smartphone e tablet), ed essere presenti laddove, sul web, i clienti (reali o potenziali) si confrontano, si scambiano idee e pareri, pubblicano le proprie esperienze.

Occorre uno “scatto in avanti” che consenta all’agenzia di trovarsi in prima linea ogni qual volta qualcuno pensi di vendere, acquistare o fittare immobili nel territorio di riferimento (e non solo).

Come? La IPSE ha definito una strategia modulare estremamente innovativa che punta a raggiungere questi obiettivi senza dimenticare un altro dato inconfutabile: la crisi morde ancora le imprese, e le agenzie immobiliari, al di là della ripresa del mercato, sono ancora costrette a far quadrare i conti con grande difficoltà.

La strategia della IPSE prevede

  1. La creazione di un sito web-tv (o l’adeguamento tecnico di quello esistente), al fine di trasformarlo in una vera e propria “web tv” in cui l’acquirente può visitare on line l’immobile che interessa (e rivederlo più volte, con gli immaginabili risparmi in termini di organizzazione e svolgimento delle “visite”) e, nel contempo, venditore e coarton29367mpratore possono accedere a rubriche qualificate di supporto alla compravendita.
  2. La progettazione e la stampa di un volantino-flyer mensile A4 full-color per la promozione degli immobili ma anche del canale web-TV e dei vari link agli immobili che interessano (con una ulteriore finalità non secondaria: i vari “click” incrementano sensibilmente la web reputation dell’agenzia e la pongono in grande visibilità allorquando qualcuno effettuerà ricerche online con le keyword strategiche).
  3. Gestione o cogestione dei profili social (Facebook, Twitter, Google+, Instagram e Youtube/Vimeo) per tre mesi, sei mesi o un anno. Qualunque strategia di web marketing non può ormai prescindere dai social media. E la presenza deve non solo essere qualificata e visibile, ma anche perfettamente integrata – con strategiche interazioni e rinvii – con il sito web aziendale, centro vitale e pulsante della strategia di comunicazione online.
  4. Realizzazione di materiale fotografico di supporto alle inserzioni sul web, sulla locandina e sui social
  5. Realizzazione di social video da pubblicare sulla web-TV e sui profili social: brevi filmati della durata di 1,5-2 minuti ca. per la presentazione degli immobili, di 2-3 minuti per consigli tecnici, burocratici e amministrativi. Il tutto caricato su Vimeo o YouTube per una ottimale indicizzazione sui motori di ricerca.

L’assoluta modularità della proposta IPSE consente a ciascuna agenzia immobiliare di “confezionare” il prodotto in base alle proprie esigenze o anche di avviare una fase di sperimentazione per poi implementare il servizio.

I costi? Meno della stampa e della distribuzione “a tappeto” di una usuale rivista: da 460 euro mensili per un servizio veramente “chiavi in mano”. Meno anche delle strategie più improvvisate e scoordinate. Ma estremamente più impattante dal punto di vista dell’efficacia. Provare per credere: la verifica e l’analisi di fattibilità, ovviamente, è gratuita e senza impegno.

Info e contatti: info@ipseonline.it; Tel. 089 9850096

Errori Mortali da evitare quando lanci un Brand

Quali sono gli errori più comuni che si dovrebbero evitare quando si costruisce un brand?

Essere un imprenditore e lanciare un marchio non è facile. Ci vuole un sacco di abilità, duro lavoro e di solito un po’ di fortuna. Quando si tratta di decisioni di branding, a volte un brutto errore può far fallire anche l’idea migliore. Per essere sicuri che questo non ti accada, assicurati di evitare di fare alcuno tra questi sei errori più comuni di branding:

1. Essere orientato al cliente e non al concorrente.

Si può supporre che la maggior parte dei vostri concorrenti saranno orientati al cliente. Quindi, cosa succede nel mercato? Tutti finiscono con il mettersi sul mercato con un prodotto simile a quello degli altri.

Già nel 2009, abbiamo iniziato a lavorare per la Great Wall Motor in Cina. La ricerca che abbiamo ricevuto da parte del cliente ci ha detto che gli acquirenti cinesi preferivano berline piuttosto che i SUV, perché le berline sono più prestigiose e i SUV sono considerati veicoli pratici senza status sociale.

Quindi abbiamo consigliato a Great Wall di concentrarsi sui SUV perché le altre 28 aziende automobilistiche cinesi si sarebbero probabilmente concentrate sulle berline.

Di conseguenza, la Great Wall è diventata la più grande e più redditizia azienda automobilistica cinese.

Gli imprenditori dovrebbero fare lo stesso. Inizia analizzando i concorrenti e cerca di trovare un modo per essere diverso. Non puoi vincere essendo il migliore; puoi vincere solo essendo diverso.

2. Non definire il tuo obiettivo.

Ogni marchio di successo ha un obiettivo. Se il tuo marchio è leader di mercato come Pizza Hut, il tuo obiettivo è la “leadership”. Domino ha limitato il proprio obiettivo alla“consegna a domicilio” ed è diventato la seconda più grande catena nella vendita di pizza. Papa John ha limitato il proprio obiettivo a “migliori ingredienti, migliore pizza.” Little Caesars ha ridotto il proprio obiettivo a “due pizze al prezzo di una”. Ci sono centinaia di catene di pizzerie, ma queste quattro catene dominano la categoria.

Per gli imprenditori, è necessario assicurarsi che la propria azienda abbia una forte prospettiva e tutte le azioni e gli obiettivi siano in linea con esso. Chiediti, in quale categoria competo? E come posso esprimere in due o tre parole il mio essere differente?

3. Pensare ai nomi non ha importanza.

L’azienda Hansen Natural ha avuto una grande idea. Lanciare un energy drink da 0,5 l che competesse con quella da 0,25 l. di Red Bull e degli altri brand di energy drink. Il nome del marchio: “Hansen’s Natural Energy Pro.”

Il marchio non è andato da nessuna parte. Poi Hansen ha lanciato la bevanda energeticaMonster, sempre in una lattina da 0,5 l. Oggi, Monster è un forte marchio, secondo solo a Red Bull.

I nomi vengono alla fine. Gli imprenditori devono prima sviluppare una strategia di marketing. E quindi dare un nome ai loro prodotti o ai loro servizi in modo da riflettere tale strategia.

4. Non usare un forte Visual Hammer.

Molti brand forti sono stati costruiti utilizzando un Visual Hammer che comunica qualcosa circa la marca. Il profilo della bottiglia di Coca-Cola. Il cowboy della Marlboro. Il lime della Corona. Il calice della Stella Artois. La fetta d’arancia di Blue Moon. Il geco di Geico. L’anatra di Aflac.

Prima di lanciare un prodotto o servizio, gli imprenditori dovrebbero cercare di trovare un Visual Hammer che rafforzi la strategia di marketing.

Molto spesso, questo richiede un cambiamento di strategia o un nome del marchio differente, o entrambi.

5. Supponi che il tuo nuovo marchio decollerà rapidamente.

Questo porta a molte decisioni sbagliate, come ad esempio spendere pesantemente in pubblicità per lanciare il marchio.

Oggi, il modo migliore per lanciare un nuovo marchio è con le PR. Si dovrebbe usare la pubblicità solo dopo che il marchio si è affermato. Il nostro mantra è prima PR, poi pubblicità.

Tenete a mente, gli imprenditori dovrebbero essere pronti a investire una notevole quantità di tempo a fare PR. Impiegare una società di PR è un’opzione solo per le aziende che hanno già costruito un business sostanziale, altrimenti è uno spreco di tempo e denaro.

6. Estensione del marchio.

Una volta che il marchio comincia a decollare, è necessario resistere alla tentazione di espandersi. Guarda il McDonald. Nonostante l’aggiunta di decine e decine di elementi per i suoi menu, la catena è oggi in difficoltà.

Dall’altro lato, guarda In-N-Out Burger, una catena della West Coast che ha ancora solo quattro cose da mangiare sui suoi menu: hamburger, cheeseburger, doppio-doppio (un doppio hamburger) e patatine fritte.

Le vendite per unità dello scorso anno. McDonald: 2.476.000 $. In-N-Out Burger: 2.546.000 $. (Se In-N-Out Burger fosse stata una catena nazionale, le vendite sarebbero probabilmente state molto più grandi.)

Guarda Yahoo, una società che un tempo dominava il mercato “ricerca” su Internet e valeva $ 140 miliardi sul mercato azionario. Ma Yahoo si è rapidamente diversificata in un portale e fatto molte acquisizioni trasformandole in Yahoo Mail, Yahoo giochi, gruppi di Yahoo, Yahoo Pager, etc. Oggi, Yahoo vale solo $ 30 miliardi di dollari sul mercato azionario e forse $ 25 miliardi di dollari di ciò è dovuto alla sua partecipazione in Alibaba.

Nel frattempo, Google è rimasto un motore di ricerca puro ed ha ora un valore di $ 498 miliardi di di dollari sul mercato azionario. Ma anche Google sta cadendo nella trappola di espandere il suo marchio. Questo è il mantra delle imprese americane, continuare ad espandere il marchio fino a quando non precipita dalla scogliera.

Fatta eccezione per l’espansione geografica, gli imprenditori non dovrebbero quasi mai espandere i propri marchi. Molto spesso, però, dovrebbero fare il contrario: restringere il campo gli obiettivi.

Laura Ries

Brandpositiongitalia.com (http://brandpositioningitalia.com)

 

La web strategy per alberghi e strutture ricettive

Una qualificata e articolata presenza web per le strutture turistico-ricettive è sempre più importante: oggi la scelta del luogo dove soggiornare per una vacanza, un week-end o anche per un semplice viaggio di lavoro, avviene nel 91% dei casi attraverso il web. È sempre più internet a orientare le scelte del cliente.

social-media-hotelIl semplice sito, e profili social gestiti con approssimazione e sporadicità, non bastano e non aiutano: occorre una presenza costante, qualificata, aggiornata, responsive, mobile, che consenta di “toccare con mano” la struttura e i suoi servizi, e magari prenotare in maniera veloce ed efficiente da qualunque device si navighi.

È fondamentale aggiornare con cura e frequenza la pagina aziendale sui social network, sincronizzarla con il sito, nel quadro di una strategia di web marketing che valorizzi le peculiarità, le bellezze e i punti di forza della struttura. Una strategia che suggestioni, affascini, faccia sognare…in una parola, convinca.

Non è semplice, ma è possibile. Basta fermare l’improvvisazione.

La presenza social di una struttura turistica deve essere uno degli elementi di una più ampia strategia integrata in cui una serie di canali e strumenti collaborano fra loro con la comune finalità di abitare la rete con successo. Solo un piano di comunicazione digitale integrata può efficacemente mettere a sistema tutte le risorse del web, con i seguenti obiettivi:

–       attivare nuovi canali di dialogo e confronto con la clientela per lo scambio di opinioni ed esperienze, e la risoluzione delle problematiche (customer/social care);

–       implementare la riconoscibilità della struttura turistico-ricettiva (brand awareness)

–       generare una lista di contatti qualificati e referenziati per le strategie di marketing (lead generation)

–       vendere anche attraverso i social media (Facebook in particolare) (sale).

Tutto questo per rendere i social – e il web in genere – un prezioso alleato del business aziendale evitando sprechi di risorse in inserzioni inutili, generiche e fuori target e per non cadere negli errori più frequenti e basilari di chi opera sui social: trattare le pagine come una vetrina, stressando i fan con contenuti utili per l’azienda ma inutili per loro e altre bad practice e azioni di spamming assolutamente controproducenti.

Il newsfeed aziendale deve puntare sui contenuti giusti, trasmessi alle persone giuste, nel momento giusto. Dare il messaggio giusto vuol dire appunto abbracciare la filosofia social della “condivisione” dei contenuti, fornendo cioè informazioni che, nella forma e nella sostanza, risultano interessanti per il target di riferimento; darlo al momento giusto significa dare le giuste informazioni, nel momento esatto in cui il pubblico di riferimento ne ha bisogno (attraverso un complesso studio di orari e giorni di pubblicazione, ma anche di analisi del contesto socioculturale in cui opera il target di riferimento).

Ma senza cadere in un altro degli errori più frequenti: centrare la comunicazione internet sui canali social. Al centro di una buona strategia web deve esserci sempre il sito web: l’unico e solo spazio prettamente ed esclusivamente aziendale. Non una vetrina statica realizzata magari in economia chissà quanti anni fa, ma uno spazio interattivo, un luogo nel quale accogliere le persone che vogliono conoscere e saperne di più, restare aggiornate su novità e offerte, e prenotare. È qui che, in questo spazio web, che una strategia ben realizzata conduce i clienti e i potenziali clienti coinvolti attraverso Facebook e gli altri social network.

Una buona campagna di marketing sui social media ha potenzialità enormi: ma, per intercettarle, bisogna monitorare con cura, approfondire tecniche e linguaggi, intervenire nel momento e nel modo giusto.

I contenuti sui social network vanno curati con costanza, sistematicità e professionalità, nel quadro di una organica strategia di marketing tesa a valorizzare le peculiarità della struttura ricettiva e del territorio in cui si trova. Una strategia che deve guardare (e mirare) anche ai luoghi virtuali dove si svolge il confronto, verso una clientela sempre più esigente che, oltre ad un soggiorno confortevole, vuole qualità del servizio, relax, ma anche emozioni, enogastronomia, cultura, natura e paesaggio. L’ideale sarebbe garantire il servizio informativo in più lingue (o almeno anche in inglese), ed integrarlo con un qualificato ed efficace supporto fotografico e video.

Ci sono scorci, momenti, sensazioni, che non basta descrivere, per quanto lo si sappia fare bene. Il linguaggio corretto, curato, colorito, forbito, non può evocare in tutti le medesime e giuste sensazioni, le medesime e giuste emozioni. Occorre coinvolgere anche lo sguardo, gli occhi…Una bella immagine e un bel video possono raccontare più di tante parole, stimolando le giuste corde…

Ma occhio agli “effetti collaterali”: produrre video da pubblicare sul sito web o sui canali social è cosa ben diversa da produrre un qualunque video di presentazione aziendale o uno spot. Diverso è il linguaggio, diverse sono le tecniche di produzione e di post produzione, diversi sono i formati digitali. Totalmente diverso è anche il contesto di fruizione e la disponibilità del fruitore. I video e le immagini, per quanto di indiscussa qualità, devono essere agevolmente fruibili da qualsiasi device. Basta “toppare” di poco e l’efficacia del messaggio (e della strategia) vanno a farsi benedire: “clessidra” e “girandolina” di caricamento infastidiscono sempre di più ed inducono ad interrompere la visione.

Il segreto – “la ricetta magica” – sta nel mostrare nei tempi, nei modi e con le tecniche giuste (anche fotografiche e video, appunto) la struttura alberghiera, dove si trova e come la si raggiunge, le peculiarità legate all’accoglienza, la location, i servizi, la ristorazione, il comprensorio, cosa c’è da vedere, da visitare e da scoprire…Veri e propri acconti (o idee) di vacanza per il navigatore web, che rendono il messaggio ancor più persuasivo.

Non è semplice, ma si può. Basta fermare l’improvvisazione e puntare alla professionalità. All’integrazione e al coordinamento. Alle strategie integrate.

Per le strategie IPSE per le strutture turistico ricettive, clicca qui:

http://www.ipseonline.kyneticmobile.it/la-web-strategy-alberghi-strutture-ricettive/

Social Media Marketing, la IPSE al servizio degli hotel nella gestione professionale dei profili

Quanto è importante il social media marketing per gli hotel? E’ opportuno e necessario che le strutture ricettive siano presenti su tutti i social, o possono fare una “scrematura” in base alle specifiche esigenze o al target di riferimento?

Le risposte a questi quesiti stanno nel cosiddetto Piano di Social Marketing che purtroppo in pochi sottopongono al cliente. I più, si limitano ad offrire una generica “gestione” del canale pubblicando, di tanto in tanto, un qualche post carino, magari con una bella foto.

Un Piano serio e ambizioso non può prescindere dall’analisi dei numeri, delle statistiche e dei grafici: quelli più recenti, ad esempio, dimostrano una crescita indiscutibile dei social network. Questi dati tuttavia vanno ponderati con oculatezza in quanto il numero di profili creati non sempre va di pari passo con il numero di utenti attivi, o con i tempi medi di utilizzo giornaliero, che in alcuni casi sono di pochi minuti al giorno!

social-media-hotelUna presenza, insomma che non risponde certo ad una strategia coordinata da cui ci si possa attendere un minimo di efficacia (e si badi bene: l’efficacia di questa come di tante altre strategie, non si misura in “Like” e condivisioni…ma in numero di nuovi clienti persuasi).

La IPSE punta innanzitutto su Facebook,  e le ragioni sonoi tante: per numero di iscritti (845 milioni di iscritti, e prevede di raggiungere il miliardo entro agosto) è il social per antonomasia (anche se andrebbe scremato, e la cosa non è agevole, dagli utenti inattivi che stando alla documentazione presentata da Facebook prima della quotazione in Borsa, dovrebbero essere la metà (Facebook considera attivo chi aggiorna il proprio status o posta un commento anche tramite un sito di terze parti, almeno una volta nell’arco di un mese.

Altri dati condizionano e in qualche modo “indirizzano” la nostra strategia: sui social sono statisticamente più attive le donne degli uomini (55% contro il 45%), il 10% del traffico dati generato dai device iPhone è rappresentato da Facebook, ogni giorno su Twitter vengono inviati 150 milioni di tweet.

Affatto trascurabili i numeri di Youtube, ormai il terzo sito più visitato al mondo (dopo facebook e google), con 490 milioni di accessi unici mensili e ben 92 miliardi di page views. Un social usato ancora troppo poco e male, per le saue enormi potenzialità

Semiocast, ci dice inoltre che gli iscritti attivi su Twitter erano 175 milioni nel 2011  ma 56 di questi non seguivano alcun account e più di 90 milioni avevano zero follower!

La IPSE (fermo restando gli adattamenti e le personalizzazioni che andranno necessartiamente effettuati per ciascuna struttura) offre agli albergatori quella che riteniamo la più efficace, moderna ed integrata strategia di social marketing. Una strategia che intende sopperire alla cronica “mancanza di tempo” delle p0rofessionalità interne alla struttura alberghiera, garantendo un servizio costante e coordinato nel tempo, scandito anche da obiettivi strategici precisi e con piani mirati per un coinvolgimento immediato e diretto di visitatori e account.

Il nostro mix prevede, tenndenzialmente (fermo restando gli adattamenti di cui sopra) facebook, twitter, foursquare, youtube e google plus (con Facebook, twitter e youtube scelte quasi sistematicamente irrinunciabili).

Quanto ai contenuti, noi della IPSE differenziamo anche questi per target, concentrandoci in modo particolare sui “responsabili per gli acquisti” ma senza tralasciare gli altri componenti che pure possono incidere nella decisione finale. Ed allora i nostri post parlano ad imprenditori, a professionisti, a famiglie, a giovani, a bambini e ragazzi. Ma anche agli animali e agli amanti 🙂

Ad ognuno parliamo con il linguaggio che gli è proprio, facendo largo utilizzo di immagini e pillole video di alta qualità ma “leggere”, per un veloca caricamento e una sollecita visualizzazione. Mostriamo tutto, perché si possa vivere e toccare la suggestione ed il fascino che descriviamo…

Il pacchetto SOCIAL MARKETING che la IPSE sta proponendo ha come primo focus strategico LUCI D’ARTISTA 2016. Una opportunità straordinaria da saper cogliere. La clientela interessata e suggestionata, sta tutta lì. Tocca solo prenderla per mano e condurla in albergo.

Il contatto non è impegnativo: info@ipseonline.it; 089 9850096

La propria Web/Dgtv/Sat TV. Con IPSE si può

Un canale televisivo totalmente autoprodotto e autogestito: che parla esclusivamente dell’ente, dell’azienda, o di chiunque sia interessato ad una informazione/comunicazione settoriale, specializzata, fortemente targettizzata. Oggi è possibile, e non è neppure necessario – come appena qualche anno fa – mettere in conto investimenti milionari.

Perché un ente, un’associazione, una istituzione, un’azienda, dovrebbe mettere in conto un progetto del genere? Per avere un canale che parla “full time” del proprio prodotto/servizio, del proprio settore, dei fornitori, dei materiali utilizzati, dei temi più avvertiti dal comparto.

televisioneUn canale davvero “di servizio” che ascolta tecnici, esperti, addetti ai lavori, studiosi, ma anche la clientela. Che si interfaccia con essa e dialoga, costruendo ogni giorno relazioni.

Una straordinaria opportunità per far visitare, rimanendo seduti nel salotto di casa, aziende, realtà associative, uffici e far conoscere “de visu” impegno, processi produttivi, problematiche.

Una tv tematica nel vero senso del termine: altamente specializzata e settoriale, che informa esclusivamente su determinati argomenti: oggi è possibile veicolarla in tanti modi, tutti di straordinaria efficacia, in grado anche di integrarsi e interagire tra loro. Tutte “sostenibili” anche (e soprattutto) dal punto di vista economico: il Web innanzitutto, ma anche il digitale terrestre e (mettendo in conto sforzi finanziari più sostenuti) le piattaforme satellitari.

La IPSE è in grado di garantire un supporto estremamente qualificato nel definire un piano editoriale impattante, efficace, realistico, e perseguirlo fino in fondo con decisione ed entusiasmo.

La IPSE è una delle poche realtà in grado di fornire un servizio di produzione e postproduzione realmnete “chiavi in mano”, che comprende cioè il supporto giornalistico (con professionisti iscritti all’Albo nazionale), la produzione (troupe ENG, regie mobili, studi di registrazione), la postproduzione (postazioni di montaggio digitale, di doppiaggio, etc.), la consulenza amministrativa e burocratica.

Grazie alla IPSE è possibile strutturare – ed avere immediatamente disponibile – l’intero asset produttivo, senza assunzioni ed investimenti in attrezzature. Con una modularità e flessibilità estrema: più o meno personale quando serve, senza assunzioni e licenziamenti.

Questi canali offrono tutti anche una ulteriore possibilità: quella di attivare parallelamente (e la IPSE può accompagnare e seguire anche questo processo) un ufficio marketing/commerciale per la collocazione di spazi promo-pubblicitari, per abbattere (o addirittura azzerare), l’investimento.

Tutto possibile. Con la IPSE.

Il “posizionamento”, questo sconosciuto…

Quali sono i fattori determinanti del “brand positiong”? Che cosa, in sostanza, induce un consumatore ad acquistare un prodotto piuttosto che un altro?

Ci sono svariati miti da sfatare in questo campo: non è innanzitutto il fattore prezzo. Basta guardarsi intorno: il mercato pullula di prodotti ben più economici di quelli rinomati. Vendono sicuramente, ed hanno un loro “mercato”, ma non lo dominano. Le scarpe ginniche a buon – anzi ottimo – mercato vendute dai tunisini al mercato serttimanale hanno indubbiamente una loro quota di mercato: ma per quanto scimmiottino (o addirittura plagino) i grandi marchi, non ne “rubano” o scalfiscono il brand.

matitaE anche la qualità – checché si possa pensare – non è un fattore determinante: basta guardarsi intorno. Per ogni settore merceologico, potremmo individuare i prodotti “migliori” per qualità o anche per rapporto qualità prezzo. Ma sulla qualità i consumatori non sempre sono così convinti: come si fa a stabilire tra due prodotti – un’auto, un PC, un succo di frutta, un capo d’abbigliamento – qual è qualitativamente il “migliore”? Non è affatto agevole.

E poi, i prodotti di qualità – quali che siano – sono anche i più venduti sul mercato? Spesso, spessissimo, no.

E allora? E allora il brand positioning è altra cosa e risente di altri fattori. Ha a che fare con la testa, il sentimento e la percezione del consumatore. Se nella sua testa, nel momento in cui si parla di penne, scatterà l’immagine della penna Bic, hai voglia a disquisire su qualità, prezzo e quant’altro…

Una buona strategia di posizionamento quindi deve puntare dritto alla testa e al cuore del consumatore finale. Perché se riesce ad entrarvi e far “scattare” le giuste leve motivazionali…poi non ci sarà concorrenza che possa scalzare via. Se scattano queste, tutto il resto – qualità, prezzo, etc. – va a farsi benedire.

Come farlo? Con strategie di comunicazioni mirate che partono dalle qualità reali e intrinseche del prodotto/servizio. Senza camuffamenti, senza finzioni, senza enfatizzazioni. Comunicare non è mentire, ma trasmettere le giuste sensazioni, i giusti messaggi non al “mucchio”, non ad una platea “indifferenziata”. Ma al nostro “target”. Si chiama “focalizzazione”. Tutto il resto è sparare nel mucchio. Può pure funzionale, ma ci vuole tanta tanta fortuna…Simili strategie, alla Ipse, preferiamo dirottarle sul gioco del Lotto o sul Gratta e Vinci. Per i nostri clienti, scegliamo altre strade…