Social Video, ciak sul futuro: cosa sta avvenendo, cosa avverrà

Negli ultimi anni, il video è diventato lo strumento principe per i grandi marchi (e non solo) attraverso cui raccontare le proprie storie sui social media: sempre più diffuso è quindi il ricordo ai “social video”.

La grande popolarità e visibilità che un buon video garantisce su quasi tutti i social, spinge quotidianamente sempre più aziende a pianificare prodotti sempre migliori, “virali”, con contenuti in grado di “rimanere” nella memoria collettiva attivando quei meccanismi di condivisione che tanto bene fanno a qualunque strategia di web marketing.

vid3Non è un caso che tutti i web makers usino sempre più frequentemente la potenza dei video per comunicare la “personalità” di aziende, le storie di business, di marca e di prodotto, o anche semplicemente per esprimere la propria creatività e costruire connessioni emotive con fan e seguaci.

Una strategia che funziona: il 51,9% dei professionisti del marketing che si avvale di produzioni video consegue (stando ad una ricerca effettuata da Adobe) i migliori riscontri economici e di visibilità. Non è un caso che oltre il 60% dei marketers prevede di aumentare gli investimenti in video nel corso del prossimo anno.

Animoto conferma che i social video garantiscono risultati di business migliori, che le piattaforme social puntano sempre più su contenuti video, e che il mercato on line guarda con decisa attenzione a quei percorsi di sviluppo in cui video e mobile si incastrano e interagiscono armoniosamente ed efficacemente.

Il video sta crescendo in maniera esponenziale su tutti social media (ultimo, ma soltanto in ordine di tempo, LinkedIn).

Cosa aspettarsi quindi nel prossimo futuro? Sicuramente strategie di marketing on line che comprendano contenuti video brevi ma di elevata qualità, con contenuti “forti” e pregnanti, di “servizio” per fan e followers, fruibili agevolmente da qualsiasi device.

Nulla che possa insomma essere demandato all’improvvisazione.

I video “fai da te” lasciamoli ai profili personali e alle emozioni familiari. Per comunicare marchi, prodotti, servizi, meglio puntare su qualità, professionalità, competenza, tecnologia.

Conviene. Spesso costa decisamente meno – in tutti i sensi – rispetto ad una qualsiasi strategia rabberciata e approssimata.

Aziende e professionisti: una web-tv per comunicare

Una web-tv può rivoluzionare la comunicazione aziendale: può rappresentare uno dei modi più diretti, immediati ed efficaci per interfacciarsi con la propria clientela (e non solo) e informarla con costanza e sistematicità. Può supportare la promozione di prodotti e servizi, integrandola con informazioni “utili” e di servizio, raccontando usi e costumi di un territorio, consigliando, spiegando, illustrando. Quale modo migliore per promuovere prodotti e servizi?

webtvMa la web-tv aiuta anche a creare e aggregare community: sia quelle che gravitano intorno a una professione (si pensi a quanto possa essere utile a professionisti, tecnici, esperti) sia quelle unite da altri interessi specifici (la salute, l’enogastronomia, il turismo, la cultura) e altre passioni. L’importante è che la web-tv abbia una “identità” ed una finalità chiara, evidente, riconoscibile.

A chi può servire una web-tv?

  • Alle aziende, come strumento di comunicazione interno ed esterno per promuovere i propri prodotti e proporne una descrizione molto più dettagliata ed articolata;
  • Ai professionisti, come architetti (www.archiworld.tv), consulenti del lavoro (http://webtv.consulentidellavoro.it), psicologi (Luca Mazzuchelli, https://www.youtube.com/user/psicologomilano), avvocati (avvocato Leone, https://www.youtube.com/channel/UCiIpaJrFNeE34llJUL9Gvfg) per aggregare comunità professionali e raccogliere interesse intorno a tematiche specifiche e servizi offerti.
  • Atenei universitari e centri di formazione per attività di e-learning ma anche per sostituire bacheche e giornali universitari (www.bocconitv.unibocconi.it, http://extracampus.unito.it, www.uniroma.tv).

Cosa serve per attivare una web-tv? Innanzitutto un piano di marketing realistico ed efficace. Poi tanta buona volontà ed entusiasmo a iosa. Poi farsi supportare da professionisti del settore che “accompagnino” e seguano il progetto con costanza, sistematicità e professionalità. In teoria per girare filmati basta una telecamera semiprofessionale o addirittura un telefonino: ma la qualità delle immagini si abbassa sensibilmente e veicolare i propri messaggi in maniera scadente o approssimativa può avere una pesante incidenza.

Fondamentale ancor più della qualità è il messaggio che si vuole veicolare: una web-tv aziendale o professionale deve dare una informazione strattamente connessa alla filosofia progettuale, senza divagazioni o “fuori programma”.

Come veicolare le produzioni video? Un buon piano di web marketing ha sempre nel sito web il baricentro della propria strategia. È da qui che bisogna partire per abbracciare e coinvolgere poi altri canali on line (YouTube e social network).

Quanto costa aprire e mantenere una web-tv? Se non ci si affida all’improvvisazione (che costa pochissimo nell’immediato ma produce enormi e duraturi danni d’immagine) meno di quanto si possa immaginare. Il progetto funziona quasi sempre anche dal punto di vista del “business”: una buona web-tv, professionale, qualificata, molto geolocalizzata, aggrega specifiche community unite da una comune passione e fidelizza l’utente.

Le uniche difficoltà sono di tipo tecnologico: non tutte le zone d’Italia sono raggiunte dalla banda larga. Ciò crea problemi nel caricamento dei video. Ma un buon service di supporto riesce ad ovviare almeno in parte a questa difficoltà “alleggerendo” i filmati senza incidere sulla qualità.

Un caso ampiamente riportato dalla stampa: Emilio Concas, di Gergei (CA), con un sito web collegato ad un canale YouTube (http://www.sardiniafarm.com) è riuscito a rivoluzionare la propria attività di pastore. «Se non avessi creato SardiniaFarm – ha raccontato a Millionaire – avrei chiuso con questa attività. Con una web-tv ho iniziato a raccontare con dei video quotidiani la mungitura, la tosatura, la casa di famiglia, ma anche la processione del paese e il territorio circostante». Risultati? «Prima pagavano il mio latte 55 centesimi al litro, oggi lo vendo a 80. Ed è aumentato sensibilmente l’interesse intorno alla nostra azienda». Il tutto non senza difficoltà (a Gergei non c’è la banda larga, per caricare un video occorrono ore). Col suo sito Concas oggi propone l’adozione a distanza delle sue pecore in cambio di formaggio e manufatti di lana, oltre ad altri prodotti tipici sardi.

Contattaci per maggiori informazioni e per un progetto “su misura”: info@ipseonline.it; 089 9850096

La politica italiana on line. Scadente, inefficace e non “dialoga”

Il web è ormai un elemento imprescindibile della comunicazione politica 2.0: interattiva, veloce e diretta, sempre più “social”, multidirezionale.
Internet aiuta a creare luoghi virtuali di confronto, raggiungibili da chiunque, ovunque si trovi, e con qualunque device (soprattutto mobile) navighi in rete. è quindi sempre più on line che si costruisce a limenta il consenso tra candidatopolitica ed elettorato, si stimola la partecipazione e la condivisione di idee e progetti (gli utenti connessi ad internet in Italia, sono 39.440 milioni. Fonte: Audiweb).

Di quali strumenti può avvalersi la comunicazione politica on line? Tanti: SMS, e-mail, social network, video, blog, che, se utilizzati in maniera sinergica nell’ottica del dialogo e del confronto (non della mera autocelebrazione), possono raggiungere e influenzare larghe fasce dell’elettorato, superiore anche alle più ottimistiche aspettative.

Per quanto si parli di una realtà che presenta molti elementi di diversità, giova il confronto con gli Stati Uniti: nel 2008 Barack Obama costruì la sua vittoria proprio alla scelta innovativa e coraggiosa di affiancare ai mezzi tradizionali una incisivia attività politica online. Con quale risultato, è scritto tutto nei numeri: 13 milioni di indirizzi e-mail raccolti (il più grande database mai realizzato), 15 milioni di amici su Facebook , 1 miliardo di minuti di video girati dai sostenitori. Tradotto tutto in soldoni significa 500 milioni su 700 raccolti proprio tramite internet.

Una strategia che ha addirittura condizionato chi opera stabilmente on line e rappresenta un punto di riferimento nelle pianificazioni strategiche: in occasione delle elezioni 2012 YouTube decise di dedicato un canale all’intero avvenimento: Politics, su cui si possono uploadare tutti i video inerenti le campagne politiche di ogni singolo candidato e riceverne gli aggiornamenti. Il canale offre anche un servizio di analisi statistica per verificare e analizzare l’apprezzamento di ogni video caricato.

Una strada in qualche modo tentata anche in Italia (ma molto in scala ed maniera estremamente meno innovativa) con Elezioni.it: un portale dalla grafica più che sobria, che aggrega i profili social dei politici italiani e mira a diventare la piazza virtuale per il dibattito politico (ma l’obiettivo è, eufemisticamente, ancora lontano da raggiungere).

Lontano dal modello USA è anche l’utilizzo dei canali social della nostra classe politica: un’analisi di Sara Bentivegna, docente e studiosa di sociologia dei media alla Sapienza di Roma, ha messo in luce che solo il 55% dei parlamentari italiani è presente sul web.

Quanto alla “struttura” e alla “configurazione” della presenza politica italiana on line, Facebook è il canale social più diffuso (35,6%), seguito dal sito internet (21,1%), dal blog (14,6%), dal canale Youtube (13,3%) e da Twitter (9,7%). Canale, quest’ultimo, in costante incremento negli ultimi mesi.

Ma come i politici italiani utilizzano e sfruttano questa presenza on line? In maniera alquanto discutibile. I social, più che come opportunità di dialogo, vengono utilizzato come “vetrina di presentazione”, una via ulteriore per divulgare i propri comunicati stampa. Un parlamentare su quattro non ha mai postato nulla sulla propria bacheca, tre su dieci non ha mai ricevuto commenti e il 60% – quando questi sono arrivati – non si è curato di pubblicare una risposta.

Insomma, i nostri politici hanno ancora tanta strada da percorrere on line. E sono ben lontani dal comprendere che, per raggiungere l’obiettivo di creare consenso e condivisione tramite il web, è decisamente meglio affidarsi ad esperti e professionisti che all’improvvisazione.

La IPSE mette a disposizione la propria esperienza per “costruire” progetti di comunicazione politica online che integrano tutti i più importanti strumenti del web marketing, dal sito ai canali social.

Per informazioni e contatti: info@ipseonline.it, tel. 089 9850096

Video strategy, c’è anche LinkedIn

Anche LinkedIn, dopo Facebook, Twitter e Google +, guarda al video come un mezzo per potenziare la rete di contatti a sostegno della comunicazione aziendale on line. Per creare un maggior coinvolgimento e per aumentare il traffico sulla piattaforma, anche LinkedIn ha scelto di utilizzare l’elemento ad oggi più coinvolgente per eccellenza: il video.

Anche LinkedIn punta sul videoAl momento si trovano on line già svariati esempi di “question time video” di brevissima durata (30 secondi) durante i quali si risponde a determinati topic sugli influencer sollevati dagli utenti.
Ma non è che una sperimentazione: LinkedIn, infatti, sta pensando in grande e sta elaborando una vera e propria strategia video che consenta a tutti gli utenti di registrare dei video da postare liberamente sul proprio profilo.

Attualmente è stata messa a disposizione solo per alcuni influencer in modo da testare quanto engagement può raggiungere un contenuto video postato da un utente seguito da moltissime persone. I profili che possono godere di questa novità sono circa 500 e hanno un alto numero di connessioni, una costante produzione e condivisione di contenuti, un elevato grado di seniority in aziende di spessore.

A questo link potete vedere LinkedIn Record, l’app dedicata a questo scopo e disponibile per ora solo su dispositivi Apple.
https://itunes.apple.com/us/app/linkedin-record/id1112944422?mt=8

Il video è quindi sempre più fondamentale per la comunicazione on line: anche per questo, non può essere prodotto e strutturato con superficialità, approssimazione o senza le specifiche competenze che richiede la comunicazione on line.

Per informazioni e approfondimenti info@ipseonline.it, tel. 0899850096