Costruisci una bella storia e raccontala. Le “buone regole” della IPSE

Basta accendere una videocamera e il gioco è fatto. Mai stato più semplice dare sfogo alla creatività. Ma quanti video restano davvero scolpiti nella nostra memoria?

Esistono regole valide per tutti che consentono di girare un video se non di sicuro successo, quanto meno con buone probabilità di “sfondare” e diventare virale? Perché il difficile sta in questo: realizzare un video che circoli e venga condiviso, piuttosto che un filmato perfetto, fossilizzato sul suo contenuto, visionato da pochi addetti ai lavori direttamente interessati.

Non abbiamo la presunzione di sapere tutto, sia ben chiaro. O di avere la ricetta magica buona per tutti gli usi. Siamo ben consapevoli di essere “perfettibili”, come tutti. Qualcosa però nel tempo e con l’esperienza, l’abbiamo appresa, ed allora eccoci qui a condividerla con chi ci segue.

Oggi la regola numero cinque che in IPSE tutti devono tenere ben presente sempre: il nostro video deve raccontare una storia. E per raccontarla, ovviamente, bisogna prima costruirla con cura, a tavolino. Prima del “ciak”.

Guai ad improvvisare. È importante sapere subito, e bene, cosa dire e come dirlo. Più di tutto il resto. Le belle inquadrature, le transizioni, gli effetti speciali, lasciano il tempo che trovano se alla fine il video non piace, non appassiona, non emoziona.

Meglio un video semplice e chiaro, ma con un inizio e una fine (in questo sta la bravura degli autori). Un video cha lascia dentro qualcosa, che rimane impresso.

Il racconto che si esplica nel video deve avere un suo percorso logico, un suo “ciclo”, con un inizio, un momento catartico e la fine, la conclusione.

Chi vuole può allegare qui i suoi video: ci confronteremo e capiremo se ed in che modo possono essere perfezionati.

Buon lavoro dalla IPSE e…alla prossima.

www.ipseonline.it; mail info@ipseonline.it

Tel. (+39) 081 19817761 – (+39) 089 9850096

Video per social e web, ci vuole una buona “thumbnail”. Le “buone regole” della IPSE

Quarto appuntamento con le “buone regole” della IPSE per realizzare un buon video per i social e per il web: le norme basilari cui si attengono i nostri autori, creativi, registi e tecnici per realizzare video belli, impattanti ed efficaci per il web e per i social in particolare.

Non sono ovviamente i “10 Comandamenti”: non abbiamo questa presunzione J. Sono solo una serie di indicazioni frutto dell’esperienza e che ci hanno insegnato che è possibile sempre migliorare e migliorarsi.

Abbiamo deciso di rendere queste nostre regole “pubbliche” per condividerle nel senso più ampio del termine. Se noi in IPSE siamo cresciuti grazie ad esse, è giusto consentire anche ad altri di sperimentare lo stesso percorso per verificarne efficacia e impatto. Ma le condividiamo anche per ottenere consigli, indicazioni, suggerimenti e per migliorare noi stessi.

Veniamo quindi alla terza regola che condiziona il nostro processo produttivo di video per il web o per i social: è importante scegliere con la massima cura – al pari del titolo, di cui già abbiamo parlato – quella che in gergo tecnico si chiama “thumbnail”, vale a dire l’immagine di anteprima del video. Il più delle volte si tratta di un fotogramma ricavato in automatico: la piattaforma (ad esempio YouTube o Vimeo) seleziona dal filmato una (o il più delle volte più di una) immagine, e propone all’utente di sceglierla come “thumbnail” (pur ammettendo la possibilità di caricare un’immagine esterna alternativa).

Su questo l’esperienza ci ha insegnato che è bene non accettare consigli dalla piattaforma J. Niente immagini casuali, individuate in automatico da un PC (e spesso quasi identiche tra loro)

In IPSE preferiamo proprio l’ultima opzione consentita dalle piattaforme: immagini create ad hoc (ovviamente tratte comunque dal filmato), che diano perfettamente conto del contenuto del video e sposino in maniera ottimale il titolo.

È bene quindi attrezzarsi per tempo, prima di caricare il video sulla piattaforma, onde evitare di rimanere bloccati durante le procedure di caricamento. Ed è bene anche accedere preventivamente alla piattaforma per conoscere le caratteristiche che la “thumbnail” deve avere, per evitare intoppi durante le procedure di caricamente.

Chi avesse perduto le nostre precedenti tre indicazioni per produrre video per il web e per i social, potrà ovviamente recuperarle sul nostro sito o sui nostri canali social. Cliccando “Mi Piace” sulla nostra Pagina Facebook, potrà essere informato immediatamente quando pubblicheremo le nuove.

Buon lavoro dalla IPSE e…alla prossima.

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Il titolo di un video dice già tanto, quasi tutto. Le “buone regole” della IPSE

Rieccoci ad illustrare le regole che seguono i nostri autori, creativi, registi e tecnici per realizzare non solo video “di qualità”, ma soprattutto impattanti e adatti per il web e per i social in particolare.

La seconda regola imprescindibile è che al video, una volta realizzato, tocca dare un buon titolo. È infatti il titolo che non solo “presenta” il tema, l’argomento trattato ma “attira”, stimola le giuste corde e invoglia, stimola la visione. È una sorta di “bigliettino da visita”, quindi: non se ne può e non se ne deve fare assolutamente meno, e, soprattutto, non lo si può scegliere a cuor leggero.

Certo scegliere il titolo giusto non è cosa semplice: ma è bene rifletterci con cura, visionando più volte il filmato. È proprio il titolo che deve convincere a vedere il video: se non è quello giusto, può generare equivoci e spingere a “scorrere oltre”, vanificando il lavoro fatto.

Come procedere allora? La regola di base è, per certi versi, anche la più logica: il titolo deve essere assolutamente coerente con il contenuto e – come detto – deve invogliare alla visualizzazione, anticipando – ma non del tutto – le sensazioni che si vivranno con la visualizzazione o le informazioni che si avranno.

È bene, infine, evitare un’altra delle “improvvisazioni” usuali e diffuse: il titolo buono per tutte le salse. Ogni piattaforma web necessita del “suo” titolo, semplicemente perché ogni piattaforma ha un suo linguaggio ed un suo target.

Buon lavoro dalla IPSE e…alla prossima.

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Il video per il web e per i social deve essere virale. Le “buone regole” della IPSE

Il video è ormai fondamentale e imprescindibile in ogni buona strategia di web e social marketing. È più affidabile, più credibile, fa “toccare con mano” più di qualsiasi pubblicazione testuale (verba volant…).

In futuro la visualizzazione dei video raggiungerà picchi mai visti su tutti i più importanti social: cui tocca attrezzarsi e capire come realizzare video per campagne davvero impattanti ed efficaci.

Ma occhio all’improvvisazione. Un video “social” è un video che deve parlare il linguaggio degli utenti del social. Nulla di più sbagliato che caricare un qualsiasi video, magari realizzato con mezzi di fortuna. Sarà proprio questa improvvisazione e questo pressapochismo a veicolare il marketing dell’azienda. Facile immaginare con quale risultato.

Da oggi, con una serie di post, illustreremo le regole cui devono attenersi i nostri autori, creativi, registi e tecnici per realizzare non solo video “di qualità”, ma soprattutto impattanti e adatti per il web e per i social in particolare.

Partiamo dalla prima regola di un video social: deve essere, almeno potenzialmente, “virale”: deve puntare alla più ampia condivisione possibile. Non è semplice, certo. In IPSE cerchiamo di farlo soprattutto raccontando innanzitutto emozioni. Un video non “condivisibile” è un video spento, morto, muto. Vuoto e inutile. E ovviamente inefficace, per quanto “bello” e innovativo possa esssere.

I nostri video sono rigorosamente targettizzati: partiamo da una attenta analisi di insights e analytics dei social di riferimento aziendale prima di metterci al lavoro. Sapere con chi si ha a che fare – e qual è il linguaggio da utilizzare – facilita di molto il lavoro.

Il video sul web racconta di più e meglio

Il video è sempre più al centro delle strategie di marketing on line di aziende e professionisti. È immediato, è diretto, suggestiona, stimola le giuste corde, fa “vedere e toccare con mano” e, soprattutto, è molto più efficace ed impattante di un post testuale.

Non è un caso se già oggi il 72% utilizza video come veicolo di comunicazione diretta sui canali social: YouTube, Facebook, Twitter, Instagram, Vimeo, Google+  hanno deciso di dedicare grossi investimenti di energie e denaro per sviluppare piattaforme sempre più friendly per gli utenti video. Non sorprende: l’84% di chi naviga guarda video online e lo fa per più di mezz’ora al giorno. Sui social, i video sono condivisi circa 12.000 volte più dei link e dei testi legati a questi ultimi. Chi guarda il video e “vede” i prodotti è l’85% più interessato al loro acquisto rispetto a chi ha letto solo pubblicazioni testuali; le landing page con i video hanno un tasso di conversione dell’800% in più rispetto a quelle che ne sono sprovviste. Il sito web aziendale ha 50 volte più possibilità di essere visualizzato all’interno della prima pagina dei motori di ricerca.

Dati e numeri, insomma, che la dicono lunga sul perché una buona strategia di web e social marketing non possa assolutamente prescindere da produzioni video di qualità.

Luci d’Artista, luce alle idee

Le Luci d’Artista, a Salerno, rappresentano una straordinaria opportunità per l’intero sistema economico non solo della provincia ma dell’intera Campania. Milioni di persone che si riversano nel cuore della città, in molti casi per più giorni, sono una occasione che aziende e imprenditori dei più disparati settori – commerciale, dei servizi, ma non solo – non possono assolutamente lasciarsi sfuggire.

Luci d'Artista SalernoMa come fare per intercettare questa nuova clientela? Come proporsi e cosa offrire? Come differenziarsi ed emergere nell’inevitabile caos di quei giorni?

Ci vogliono capacità, ci vuole professionalità, e ci vuole anche tanta inventiva.

Uno dei “trucchi” basilari e propedeutici da mettere in conto è quello di “sposare” l’evento nella strategia che si andrà a definire. Chi viene ad ammirare luminarie natalizie a Salerno, straordinarie nella loro suggestione, nella loro cromaticità, nella loro rappresentazione, ha una sensibilità ed una visione del mondo, della vita e dei valori abbastanza chiara, delineata, percepibile. È importante quindi muoversi lungo queste direttrici per affiancare, “sposare” queste tendenze, e, nei limiti del possibile, enfatizzarle affinché il messaggio che si andrà a costruire calzi a pennello con la filosofia della visita a Luci d’Artista. La scelta del prodotto o del servizio, insomma, deve essere quasi una naturale conseguenza, un prosieguo, una “tappa” della visita al’evento.

Discorso a parte – per certi versi più semplice –per alberghi e ristoranti: loro una “domanda” potenziale ce l’hanno bella, pronta e disponibile, ed è lì alla loro portata. Sotto il loro naso. Si tratta solo di farsi sentire, di proporre nel modo giusto e toccando le giuste corde, avendo ovviamente cura di emergere in una concorrenza agguerrita per imporre la propria offerta e le proprie peculiarità. Anche qui fantasia e professionalità possono sicuramente rivelarsi vincenti.

Per entrambi i target, fodamentale può rivelarsi il fattore tempo: più ci si avvicina all’evento, più si intensificheranno e moltiplicherranno le iniziative promozionali e pubblicitarie. Muoversi prima nel delineare e proporre la propria offerta (costruendo magari pacchetti “chiavi in mano” ad hoc per questo target) può essere la mossa vincente per cavalcare al meglio Luci d’Artista 2016.