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Ordini professionali e comunicazione: il futuro è già iniziato

Ordini professionali, associazioni di categoria, enti datoriali: la comunicazione cambia, e tocca rivoluzionale logiche, mezzi, strategie per affermare e valorizzare la credibilità e l’autorevolezza della categoria, le attività di ricerca svolte, o semplicemente per aggregare, informare e radicare l’importanza del “mestiere”, la valenza della categoria.
Comunicazione ordini professionali2La comunicazione è un vantaggio competitivo anche per gli Ordini e le associazioni di categoria, non solo per le aziende e gli studi professionali più qualificati: non è un optional, ma un elemento strategico per tutte quelle attività che vivono di “relazioni” con il mondo esterno.

Ma come per qualsiasi azienda, anche per gli ordini professionali e le associazioni di categoria, occorre una pianificazione consapevole del percorso di comunicazione, evitando improvvisazioni e – appunto – il ricorso a strumentazioni e metodologie antiquate, superate e inefficaci.

Mai come ora è in gioco la capacità di legittimare il ruolo, la funzione sociale non solo in termini di visibilità e prestigio nei confronti di un’utenza sempre più attenta ed esigente, ma anche in termini di “credibilità” verso un mercato del lavoro che richiede profili professionali e servizi sempre più avanzati e “accessibili”. È importante quindi – per gli Ordini professionali come per ale aziende – rivolgersi ad operatori capaci di utilizzare tutte le leve della comunicazione, e non solo strumenti classici come l’ufficio stampa o la pubblicità.

Una pianificazione efficace oggi deve guardare a servizi integrati di comunicazione per trasmettere all’esterno il proprio impegno, le strategie associative, i servizi offerti.

L’ufficio stampa tradizionale e le classiche inserzioni pubblicitarie non bastano più. E costano, tanto più in rapporto ai risultati conseguiti. Tocca una difficile quadratura del cerchio: contenere e ottimizzare gli investimenti in comunicazione, implementando l’efficacia delle azioni.

È possibile con un piano di comunicazione realmente “integrato”, che abbracci una pluralità di canali e di mezzi, interagendo e ponendosi anche a servizio dei media, oltre che dell’utenza e degli associati.

La strategia della IPSE prevede – tra le altre cose – un service video-fotografico di supporto alla comunicazione tradizionale, con la possibilità per i media di “scaricare” il materiale via web risparmiando sui costi di produzione, ma anche la realizzazione di servizi informativi video da pubblicare su siti web e canali social istituzionali, fino alla diretta streaming degli eventi di particolare rilevanza.

La IPSE è in grado di realizzare ex novo o restyling di siti e portali web per sposare al meglio l’interazione con tutti i canali social e la pubblicazione dei web e social video che, lo dicono più fonti (basti citare Google e Facebook), sono il futuro della comunicazione on line.

Con il supporto della IPSE qualsiasi sito può trasformarsi – con investimenti contenuti – in una web-tv, in grado di garantire servizi informativi specifici, tecnici e qualificati, ma anche di erogare formazione online per l’erogazione di crediti formativi, sfruttando tecnologie estremamente innovative.

L’investimento complessivo, spesso, è inferiore al costo di un addetto stampa “tradizionale”.

Per dettagli e quantificazioni precise – ovviamente senza impegno alcuno – in funzione delle specifiche esigenze di comunicazione, basta un contatto (info@ipseonline.it; 089 9850096) e un appuntamento.

Quanto costa il sito gratis?

imgQuanto costa realizzare un sito web? C’è chi dice poco o nulla, mentendo spudoratamente. Perché in realtà costa, e tanto, sia in termini economici che di marketing e comunicazione. E allora, prima di fiondarsi su offerte pseudo-gratuite è bene valutare i pro e i contro con estrema attenzione, definendo un “piano operativo” della propria presenza online, onde evitare di rimanere scottati. I rischi – anche stavolta non solo in termini economici – sono tanti e trascurare qualche variabile puo’ costare davvero tanto (in tutti i sensi, ancora una volta).

Partiamo dai costi di progettazione e realizzazione: oggi sul web si trovano tantissime possibilità per “realizzare il tuo sito web a 0 €” e quindi “azzerare” i costi di investimento iniziale. Tralasciamo volutamente le offerte truffaldine o similari che addirittura prevedono, dopo un breve periodo di gratuità, un canone mensile da pagare in eterno (pochissimi anni, e il sito verrà a costare un patrimonio). E tralasciamo pure tempo e problemi vari (che per un’impresa, mai come oggi, hanno un elevato valore) ineluttabili nella fase – mai breve, non fatevi illusioni – per “auto progettare” e “auto realizzare” il sito. E fingiamo pure di scordare i problemi legati all’hosting (questi service gratuiti non si curano minimamente di approfondire le esigenze del cliente: appioppano la loro offerta così com’è. Se poi l’hosting è inidoneo, che se lo pianga il cliente che, del resto, cosa può pretendere “gratis”? Sbagliare sull’hosting non è cosa di poco conto: se le esigenze on line cresceranno o muteranno, cambiare l’hosting può comportare migrazioni molto costosi, e spesso anche complessi dal punto di vista tecnico-procedurale ed informatico (ancor di più con i siti “gratis” o pseudo-tali).

Ma i problemi veri vengono dopo la pubblicazione del sito, quando si pensa (lo si dovrebbe fare prima, ma chi parte in questo modo lo fa sistematicamente dopo) di definire e potenziare una strategia di web-marketing. Interazione con i social? Col sito gratis quasi mai è possibile. Quando lo è, i sistemi “gratuiti e preconfezionati” si limitano a sparare dei link solo su alcuni canali, che non hanno alcun appeal per il proprio target di riferimento. Personalizzare i contenuti? Toccherà loggarsi su ciascun profilo e pubblicare testi e foto canale per canale. Insomma, tocca mettere in conto un bel po’ di tempo per ogni pubblicazione.

E-commerce? Pura fantascienza per la stragrande maggioranza dei “siti gratis”. E chi lo prevede, impone – come in un gioco dell’oca – il “ritorno alla partenza”. Vale a dire che toccherà buttare a mare il sito così faticosamente realizzato e ripartire con una nuova progettazione (ovviamente più gravosa: in termini di tempo, ma anche economici). Pensate di pubblicare di tanto in tanto qualche video per aggiornare i vostri clienti, informare i vostri consumatori, mostrare i vostri nuovi prodotti? Vale quanto detto per l’e-commerce. Nella migliore delle ipotesi si può fare, ma dovrete metter mano al portafogli, rottamare il vecchio sito “gratis” e ripartire da zero.

Un caso di scuola veloce veloce per rendere ancor meglio l’idea di quanto possa essere “suicida” la decisione di improvvisare la propria presenza online nella fase di start-up puntando sulla reale o presunta “gratuità”. Un caso che investe una rinomata azienda che, pur investendo nella fase di start-up centinaia di migliaia di euro per la propria presenza online, ha comunque peccato di forte approssimazione nella fase iniziale di studio e di progettazione.

Parliamo di una grossa casa automobilistica che cinque anni fa avviò un restyling profondo del proprio sito web. Volendo “differenziarsi” (sigh!) optò per un sistema “dedicato”, costruito su misura, davvero originale. Ne venne fuori uno dei portali più belli e innovativi sul web, ricco di contenuti, con una forte interazione con la clientela e con i canali social, con contenuti video e di animazione grafica e servizi allora avveniristici, ma che per il sistema con cui erano stati costruiti divennero ben presto inaccessibili dai device mobili (e quindi per il 70-80% dei navigatori). Impossibile rimetterci mano ed ovviare alle mutate necessità ed alla nuova tecnologia.

Lo scorso anno la stessa casa automobilistica ha dovuto rimettere mano al sito: sia per consentirne l’accesso da smartphone e tablet, sia per potenziare il “preventivatore on line” e  consentire addirittura la conclusione dell’acquisto sul web, col ritiro dell’auto al concessionario più vicino a addirittura con consegna a casa.

Per fare questo ha dovuto “rottamare” il sito realizzato appena qualche anno fa e ripartire da zero, optando per una piattaforma meno originale ma decisamente più versatile e innovativa, in grado di “seguire” le continue, incessanti, novità tecnologiche e i continuamente mutevoli stili di navigazione online.

Questo per dire che è bene pianificare la propria presenza sul web con un piano “strategico” ben congegnato che non metta freni e lacciuoli alla presenza on line. Che guardi insomma al futuro e riesca ad assecondarne mutamenti e innovazioni. Meglio spendere qualcosa in più all’inizio – cestinando vere e fasulle “offerte gratuite” – ma avere un sito in grado di crescere con l’azienda, di adeguarsi ai tempi, di interagire facilmente con altri canali e soprattutto non complichi la vita a chi lo utilizza quotidianamente e lo aggiorna.